Il riassunto di un testo che prende in considerazione tre figure femminili considerate pioniere del femminismo: Ellen Key, Sibilla Aleramo e Maria Montessori. La loro opera viene illustrata e posta a confronto. In particolare si approfondisce l'apporto montessoriano, con la creazione della Casa dei Bambini.
Femminismo ed educazione in età giolittiana
di Selma Aslaoui
Il riassunto di un testo che prende in considerazione tre figure femminili
considerate pioniere del femminismo: Ellen Key, Sibilla Aleramo e Maria
Montessori. La loro opera viene illustrata e posta a confronto. In particolare si
approfondisce l'apporto montessoriano, con la creazione della Casa dei
Bambini.
Università: Università degli Studi di Bologna
Facoltà: Scienze della Formazione
Esame: Storia delle teorie dell'infanzia
Docente: Pironi Tiziana
Titolo del libro: Femminismo ed educazione in età giolittiana -
Conflitti e sfide della modernità
Autore del libro: T. Pironi
Editore: ETS
Anno pubblicazione: 20101. Sibilla Aleramo e la scoperta di Ellen Key
Sibilla Aleramo ricevette in dono da Ellen Key, il Secolo dei fanciulli, un libro che riscontrò subito molto
successo anche nel nostro paese. La scrittrice italiana aveva recensito il volume nel giugno del 1906, su
“Nuova antologia”. Lo considerava un libro di grande valore che consigliava alle future madri e alle giovani
donne. Sottolineava la portata innovativa del femminismo anticonformista della Key, che intendeva
risvegliare la coscienza di quella generazione che avrebbe fatto dei figli, della loro nascita, cura e
educazione il perno di ogni dovere sociale.
L’amicizia tra la Aleramo e la Key iniziò nel 1907, ma già nel 1905 la Aleramo aveva presentato Ellen Key
al mondo intellettuale italiano, con l’auspicio che i suoi scritti fossero tradotti anche da noi. La Aleramo si
soffermava sul percorso formativo di questa figura atipica di femminista, che aveva ricevuto un’educazione
paterna per certi versi simile alla sua.
La Key nasce nel 1849 in Svezia; trascorse la sua gioventù in campagna e il culto della natura in lei si radicò
prestissimo. Si mostrava disadatta ai lavori domestici, quindi la madre la spinse verso gli studi. A 20 anni
accompagnò a Stoccolma suo padre,membro della Dieta. Come segretario di suo padre ella fece le prime
armi nella letteratura e nel giornalismo. Studiò le lingue, viaggiò e lesse molto. Esordì come professoressa
nella prima scuola libera di Stoccolma, ma insegnando storia e letteratura non era felice; in lei era andata
svolgendosi una nobile passione, quella che consiste nel voler rendere le anime dei diseredati suscettibili di
maggiori godimenti spirituali.
La Aleramo sottolineava quegli aspetti della personalità della Key da cui emergevano le due polarità su cui
si stava giocando la grande sfida del femminismo dell’inizio novecento: da un lato la conquista
dell’emancipazione si rivelava inscindibile dall’uguaglianza, dal raggiungimento della parità dei diritti,
fruendo delle possibilità offerte dal mondo culturale esistente, inevitabilmente declinato al maschile,
dall’altro lato si nutriva una profonda insoddisfazione nei confronti di una realizzazione personale incapace
di interrogarsi sul significato dell’essere donna, spingendo perciò la ricerca di quella cifra del femminile che
trova una sua esplicazione nella “maternità sociale”, attraverso cui leggere la propria singolarità.
Sibilla Aleramo, giornalista affermata, esplorava le paludi dell’Agro Pontino, dove si riversavano i “guitti”,
analfabeti e malarici, emigrati da Lazio, Abruzzo e Campania e ridotta ad un sostanziale stato di schiavitù.
Nel 1904, sotto l’egida dell’Unione Femminile, aveva dato vita alle prime scuole per contadini, prestando
pure opera di assistenza alle madri e ai bambini in un ambulatorio. L’azione in campo sociale le appariva la
caratterizzazione più forte del femminismo italiano, di cui condivideva sorti e battaglie dal 1899, quando era
entrata a far parte del circuito delle emancipazioniste milanesi.
Ellen Key aveva abbandonato una carriera facile e fortunata nel giornalismo politico, per dedicarsi allo
studio dei problemi intimi della vita, la famiglia legale o naturale, il fanciullo e l’amore.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Femminismo ed educazione in età giolittiana 2. La donna secondo Ellen Key
Nel 1895 nel saggio “Abuso delle forze femminili”, la Key aveva sostenuto che la liberazione della donna
non poteva risolversi nell’imitazione del comportamento maschile, bensì nel dare piena realizzazione alla
propria soggettività valorizzando quelle relazioni umane, ritenute fondamentali per l’evoluzione della vita
sociale e della specie.
La Key affermava che solo il sentimento amoroso può suggellare la sacralità di un’unione, nel render
migliore non solo la vita di coppia, ma anche quella dell’intero genere umano.
La sua tesi centrale è quello che il fanciullo è lo scopo della vita degli esseri. E il fanciullo deve essere il
prodotto dell’amore, di un grande amore.
Sibilla Aleramo in quel momento viveva il dramma della sofferta separazione dal figlio, avendo scelto la
propria libertà piuttosto che continuare a vivere un legame matrimoniale oppressivo e senza amore. Da lì a
pochi mesi uscì il libro “Una donna”, che impresse una veste pubblica alla sua vicenda privata, scatenando
dirompenti polemiche e dibattiti.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Femminismo ed educazione in età giolittiana